Il digiuno intermittente e gli effetti metabolici

Il digiuno non vuol dire la totale assenza dal cibo, ma  rappresenta  una modulazione dell’introito alimentare grazie alla quale l’organismo riesce a vivere per mezzo delle proprie riserve, senza intaccare gli organi e le strutture fondamentali per la sopravvivenza.pngtree-a-plate-with-vegetables-and-a-knife-and-fork-on-a-image_13160793 (1)

Il corpo umano conosce il digiuno ed è stato strutturato dalla natura a superare l’assenza del cibo. In carenza di alimenti, il corpo umano utilizza la riserva di zuccheri (glicogeno) accumulati nelle cellule dei muscoli e nel fegato. Tale scorta energitica è di breve durara e dopo massimo 16 ore termina.  Dato che le cellule del il cervello non possono vivere in  carenza di glucosio, viene quindi attivato un processo metabolico che trasforma i grassi (acidi grasssi) liberati dai depositi adiposi in corpi chetonici. I corpi chetonici sono molecole prodotte solo dal fegato e si chiamano: acetone, acido acetoacetico e acido beta-idrossibutirrico. I corpi chetonici possono sostituire, in via provvisoria, il glucosio quale substrato energetico del cervello.

Questo è quanto succede durante il digiuno ed è il motivo per cui viene applicato per ridurre la massa adiposa accumulata.

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Evitare di passare dal digiuno alla carestia

Il punto critico da evitare è il passaggio da digiuno a carestia. Il DIGIUNO diventa CARESTIAdownload quando i corpi chetonici superano nel sangue il valore di 3 mg/100 ml e compaiono nelle urine (esistono cartine colorimetriche in farmacia per verificare presenza di corpi chetonici nella propria urina). In questa condizione il cervello registra la presenza di carestia alimentare e attiva un diverso profilo ormonale.

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Le azioni biochimiche e metaboliche del digiuno temporaneo (16 ore)

Durante il digiuno temporaneo (di 16 ore) si ha l’attivazione del glucagone (l’ormone del digiuno) che permette queste tre importanti azioni biochimiche:

  1. Le cellule del fegato (gli epatociti), liberano la riserva di glucosio custodita, “allegerendo”  il fegato dell’eccesso dei carboidrati.
  2. Le cellule di deposito dei grassi (gli adipociti) liberano la riserva di  acidi grassi, permettendo il dimagrimento.
  3. Viene ridotta la ritenzione idrica causata dai carboidrati giornalieri che trattengono acqua e sodio.

Le azioni antitumorali del digiuno

Il digiuno fa si che il corpo utilizzi l’enzima PKA (protein-chinasi A) e abbassi i livelli di IGF-1, l’ormone collegato all’invecchiamento, alla progressione dei tumori e quindi al rischio di cancro.

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Uno studio pubblicato su Cell Stem Cell mostra che cicli di digiuno non solo proteggono contro i danni al sistema immunitario ma inducono la rigenerazione del sistema immunitario, spostando le cellule staminali da uno stato inattivo a uno stato di auto-mantenimento.7r478ky7

I risultati di esperimenti sui topi e un test clinico umano di fase 1, sembrano confermare che il digiuno innesca un meccanismo rigenerativo che spinge le staminali a creare nuovissime cellule delsangue, in particolare, nuovi globuli bianchi essenziali per ripristinare l’intero sistema immunitario.

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Come fare il digiuno

Sono necessarie almeno 16 ore dall’ultimo pasto (ovvero circa 12 ore dopo la fine della digestione) per finire le scorte di glucosio e per far passare il metabolismo da uno stadio in cui si utilizzano gli zuccheri ad un’altro in cui si utilizzano chetoni ovvero il nostro organismo entra in uno stato chiamato di chetosi. Il digiuno intermittente (che dura al massimo 16 ore) è quindi considerato sicuro e facile da eseguire rispetto ad un digiuno più lungo che richiede invece il controllo medico. Tuttavia il digiuno intermittente in alcune persone non perfettamente in salute può provocare dei disturbi.

Coloro che hanno livelli di cortisolo alti, ovvero ghiandole surrenali affaticate per via di una vita stressante o magari traumi psicofisici precedenti è bene che evitino il digiuno.

Analogamente coloro che hanno valori troppo alti o bassi di glicemia, o glicemia instabile, è bene che evitino il digiuno. Infatti in presenza di cortisolo e/o glicemia fuori dalla norma, il corpo non riesce a stabilizzare i livelli di glucosio a digiuno dando sintomi come: stanchezza improvvisa, senso di svenimento, secchezza delle fauci, secchezza degli occhi, irritabilità, rabbia o ansietà.

Queste persone dovrebbero fare invece pasti più frequenti del normale, anche ogni 2-3 ore, per normalizzare i loro valori. Ovviamente bisogna avere una dieta sana senza zucchero e farine bianche, prodotti da forno, e in generale senza cibi ad alto indice glicemico.

Esempio

Un recente studio effettuato dall’Intermountain Medical Center di Murray, nello Utah, e presentato al congresso annuale nel 2011 dell’American College of Cardiology, conferma che un semplice digiuno ripetuto periodicamente, migliora il sistema immunitario, fa diminuire il colesterolo e riduce la massa grassa e diminuisce il rischio di diabete e malattie del cuore.

Il digiuno intermittente prevede un digiuno di 16 ore consecutive (preferibilmente di notte). Il periodo di 16 ore può essere:
  • dalle 16 alle 8 del mattino sucessivo (si rinuncia alla cena)
  • dalle 21 alle 12 del mattino sucessivo (si rinuncia alla colazione)
Bere almeno un litro di acqua durante la giornata con residuo fisso secco superiore a 500 mg / litro (migliore introduzione di minerali). In caso non si riesca a rinuciare a mangiare ecco i pasti possibili:

COLAZIONE CONSENTITA NEL DIGIUNO  dalle 21 alle 12 del mattino sucessivo

Se il digiuno è iniziato alle 21, il giorno dopo è consentita una colazione di questo tipo: yogurt e cereali integrali senza aggiunta di zucchero o di cioccolato insieme ad alcune mandorle o noci.

CENA  CONSENTITA NEL DIGIUNO dalle 16 alle 8 del mattino sucessivo 

163495Se il digiuno è iniziato alle 16 è consentita una cena di questo tipo:

Una porzione di verdura cruda mista, finemente tritata per agevolare la digestione gastrica e una porzione di verdura cotta, per agevolare assorbimento di caroteni condita con olio extra vergine di oliva, aceto, alcuni gherigli di noci o mandorle o pinoli o semi di zucca. I semi oleosi apportano proteine vegetali, omega 3, fibra alimentare prebiotica (utile per gestire il microbiota intestinale) e minerali.

BIOGRAFIA:

Cells from Chemotherapy and Aging Cell Stem Cell, Volume 14, Issue 6, 5 June 2014, Pages 704-705
Christopher Hine, James R. Mitchell Saying No to Drugs: Fasting Protects Hematopoietic Stem Cells from Chemotherapy and Aging Cell Stem Cell, Volume 14, Issue 6, 5 June 2014, Pages 704-705
Prolonged fasting reduces IGF-1/PKA to promote hematopoietic-stem-cell-based regeneration and reverse immunosuppression Chia-Wei Cheng, Gregor B. Adams, Laura Perin, Min Wei, Xiaoying Zhou, Ben S. Lam, Stefano Da Sacco, Mario Mirisola, David I. Quinn, Tanya B. Dorff, John J. Kopchick, Valter D. Longo Cell Stem Cell, Volume 18, Issue 2, 4 February 2016, Pages 291-292
Nutrition and fasting mimicking diets in the prevention and treatment of autoimmune diseases and immunosenescence IY Choi, C Lee, VD Longo - Molecular and cellular endocrinology, 2017
Trakia Journal of Sciences, Vol. 4, No. 3, pp 37-43, 2006  EFFECTS OF FASTING ON BLOOD CELLS FROM LAMBS OF VARIOUS BREEDS Pl. Minkov, M. Gulubova, E. Obretenov, J. Ananiev
Dott. Emanuele Rondina – Biologo Nutrizionista

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