Le proprietà della melagrana

Il melograno (Punica granatum, L.) è originario dell’antica Persia (gli attuali Iran e Afganistan), delle regioni dell’Himalaya, dell’India e del Caucaso. E’ stato importato nell’area mediterranea già ai tempi degli egizi; questo ha fatto in modo che la coltivazione e il consumo di questo frutto, permeasse in maniera diffusa su tutto il continente Euro-Asiatico dando origine a tradizioni e legende che hanno attraversato culture e civiltà.

Nella simbologia dell’antica Grecia: rappresenta il frutto della fertilità e della buona fortuna perchè era legato alla dea dell’amore, Afrodite, che si pensava lo avesse piantato sulla terra in onore di Dioniso;

Nella simbologia Cristiana: rappresenta l’unità, nella fede, fra popoli, la fecondità e l’abbondanza, come testimoniano la decorazione e l’iconografia religiose;

Nella simbologia Ebraica: rappresenta l’onestà l’onestà e la rettitudine, in quanto contenente un numero di semi uguale o molto vicino a 613, il numero di prescrizioni contenute nella Torah, osservando le quali si agisce come individui saggi e corretti;

Nella simbologia Islamica: figura come uno dei frutti che crescono nel giardino del Paradiso;

LA MELAGRANA DAL PUNTO DI VISTA NUTRIZIONALE

Il frutto (melagrana), disponibile in autunno ed è particolarmente ricco di antiossidanti, in particolare è ricco di polifenoli, che sono molecole molto utili per contrastare le patologie oncologiche e degenerative. E’ ricca di vitamine in particolare le più presenti sono la Vitamina C 10,2 mg – (17% RDA) e la Vitamina K 16,4 mg (23,4% RDA) e contiene molti microelementi come: Calcio 10 mg, Ferro 0,3 mg, Magnesio 12 mg, Fosforo 36 mg, Potassio 236 mg, Sodio 3 mg, Zinco 0,35 mg, Rame 0,158 mg. Possiede un basso contenuto in zuccheri e per l’azione ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante può essere consumata anche dai diabetici e dalle persone con  alterazioni dell’assetto lipidico (Colesterolo e trigliceridi alti).

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LA MELAGRANA A PREVENZIONE TUMORALE

Il primo ad accorgersi delle proprietà “medicamentose” della melagrana è stato Ippocrate, il quale la prescriveva come antinfiammatorio, antidiarroico, antibatterico e antielmetico; le intuizioni del più famoso medico dell’antichità circa le proprietà curative del frutto, hanno trovato conferma, molti secoli dopo, nella ricerca medica. A fare della melagrana il “frutto contro i tumori”, sono, i polifenoli: molecole antiossidanti che rappresentano, le armi naturali oltre per la lotta contro i tumori ma anche per la lotta alle malattie cardiovascolari, all’invecchiamento cellulare.

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Dalla melagrana, e più precisamente dal succo del suo frutto, pare, inoltre, arrivare un valido ausilio nella lotta contro il tumore. I primi dati riferiti alle proprietà di contrasto alle malattie oncologiche sono apparsi nel 2010 dall’Università della California e comprovati in fase successiva nel 2014. La ricerca a cui faccio riferimento, aveva come oggetto il carcinoma prostatico e veniva evidenziato come i flavoni, gli acidi grassi coniugati, gli acidi idrobenzoici e i fenilpropanoidi, contenuti nel succo e nell’estratto di melagrana hanno l’effetto di inibire il processo di diffusione delle cellule tumorali rendendo più difficile l’insorgenza e la diffusione delle metastasi. Un analogo studio condotto nello stesso periodo da un gruppo di ricercatori californiani ma incentrato sul carcinoma mammario, è pervenuto alle medesime conclusioni, rilevando che il succo della melagrana, essendo ricco di acido ellagico, una sostanza antiossidante capace di rallentare, se non di impedire la proliferazione delle cellule tumorali, agisce come un antitumorale naturale.

Ma come agiscono queste importanti molecole sulle cellule tumorali?

Prima di entrare nei meccanismi di azione delle molecole contenuto nella melagrana è doveroso spiegare una cellula tumorale segue i seguenti passi:

1 Aumento delle dimensioni di un tessuto dovuto all’attiva proliferazione delle cellule che lo costituiscono che hanno acquisito una autonomia

2 Riduzione o perdita della capacità differenziativa;

3 Riduzione o perdita della possibilità di andare incontro a morte cellulare programmata (apoptosi);

4 Attivazione di un meccanismo di angiogenesi (sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti, per auto alimentarsi);

5 Produzione di metastasi (superamento della membrana basale e diffusione in altri tessuti)

Questi passaggi prevedono una serie di attivazioni e disattivazioni di specifici geni, che porterà alla fine la creazione di cellule che saranno in grado di lisare la barriera naturale che limita ogni tessuto (membrana basale) e diffondere così nel tessuto connettivo e quindi in alti tessuti.

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Vediamo nel dettaglio biologico come agisce il succo di Melagrana

Il succo o estratti di melagrana possiedono ben tre effetti anti-proliferativi:

1 Inducono l’arresto del ciclo cellulare della cellula tumorale e inducono l’apoptosi (morte cellulare) riattivando la normale progressione del ciclo cellulare.

Il ciclo cellulare è scandito dalle cicline, una famiglia di proteine così chiamate in quanto vengono prodotte e degradate ciclicamente nei differenti stadi del ciclo di divisione cellulare. Durante la fase di duplicazione cellulare, a causa di una ricombinazione errata o da agenti esterni (radiazione UV, citochine infiammatorie, Virus, stress), può presentarsi una mutazione del DNA della cellula. In caso di mutazione interviene la proteina p53, soprannominata ‘il guardiano del genoma’ perché ha la funzione di monitorare l’integrità del DNA: quando si imbatte in un danno genetico si attiva come fattore trascrizionale e promuove l’espressione di geni che arrestano la divisione della cellula e, in casi estremi, ne provocano la morte: in questo modo si scongiura il pericolo di trasmettere la mutazione alle cellule figlie. La p53 attiva la trascrizione del gene codificante p21, il legame di p21 ai complessi Cdk-ciclina è fondamentale per arrestare il processo di replicazione cellulare (in fase G1) dopo l’induzione di danni al DNA e permettere la riparazione del danno. Se il danno a carico del DNA è troppo esteso, oppure viene indotto in una fase tardiva del ciclo cellulare, l’attivazione di p53 induce la morte cellulare programmata (apoptosi).

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2 Inibizione delle metalloproteinasi della matrice (MMP)

Le metalloproteinasi della matrice (MMP) sono enzimi proteolitici che necessitano come cofattore di ioni zinco (alcuni utilizzano il cobalto) e la loro funzione è degradare localmente la lamina basale permettendo alle cellule di passarvi attraverso. Questo meccanismo è importante per cellule quali i leucociti per invadere i tessuti danneggiati dai processi infiammatori, ma le MMP sono coinvolte anche nei processi d’invasione patologici (metastasi tumorali).

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3 Inibizione di citochine e chemochine proinfiammatorie

In questo caso si agisce inibendo il complesso proteico funzionante come fattore di trascrizione chiamato NF-kB. Questo complesso si trova in tutti i tipi di cellule ed è interessato in tutte le le cellule ed è sensibile a stimoli quali stress, citochine, radicali liberi, irradiazione con ultravioletti e attacco proveniente dagli antigeni dei batteri o virus. Questo fattore di trascrizione che svolge un ruolo primario nella regolazione della risposta immunitaria, nell’infiammazione, nella proliferazione cellulare, nell’apoptosi e nel cancro. 

Pomegranate and its components as alternative treatment for prostate cancer L Wang, M Martins-Green – International journal of molecular sciences, 2014

Ma quali sono le molecole contenute nel succo di Melagrana?

E’ una miscela molto complessa di componenti e l’azione preventiva data dalla combinazione di tutte le molecole contenute nel succo: i componenti polifenolici, quercetina e luteolina, antociani (che danno al succo il suo colore rosso) come la delfinidina, la cianidina e pelargonidina e i tannini idrolizzabili, e l’acido ellagico.

Ma in particolare si è evidenzato che le tre componenti più importanti sono le seguenti:

L’Ellagitannina ( presenza di circa 50-200 μg / mL in 100 ml di succo):

E’ il polifenolo più abbondante presente, viene idrolizzata in acido ellagico che viene quindi convertito in urolithina A dalla microflora intestinale. La somministrazione orale di succo di melagrana arricchito con ellagitannina non solo ha inibito il tumore crescita nei topi ma è risultata inibita anche l’angiogenesi associata al tumore. È stato dimostrato che l’acido ellagico possiede attività anti-tumorigeniche su cellule di cancro ai polmoni, cervice, colon, seno e prostata

La Luteolina ( presenza di circa 1 μg / mLin 100 ml di succo):

Diversi studi hanno dimostrato effetti antiproliferativi della luteolina su cellule di carcinoma epatico e del colon del colon umano.

L’acido punico ( presenza di circa 1-5 μg / mL in 100 ml di succo):

L’acido punico, è il componente principale dell’olio di semi di melograno (70% -80%), ed ha dimostrato di possedere effetti anti-cancro inibendo la crescita cellulare delle cellule tumorali.

Pomegranate and its components as alternative treatment for prostate cancer L Wang, M Martins-Green – International journal of molecular sciences, 2014

Le ricerche hanno evidenziato come questo frutto possa essere utilizzato come TERAPIA PREVENTIVA per inibire la proliferazione, l’angiogenesi e la transizione epiteliale-mesenchimale delle cellule tumorali.

RICETTE CON LA MELAGRANA

pollo con noci e salsa di melagrana

RICETTA IRANIANA

INGREDIENTI (per 4 persone)

1 petto di pollo intero (ca 600-700 gr) 1 cipolla dorata di media grandezza 3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva 50 gr di noci sgusciate brodo q.b. 5 cucchiai di melassa di melagrana 1 cucchiaino di zucchero 1/2 cucchiaino di zafferano 1/2 cucchiaino di cannella 1/2 cucchiaino di pepe nero macinato sale/pepe q.b. farina q.b.

PREPARAZIONE

Per prima cosa, tostate le noci in un padellino e frullatele con un cutter da cucina, sino a ottenere una sfarinata abbastanza sottile. Tagliate i petti di pollo a cubotti regolari e passateli velocemente nella farina. Rosolateli in una padella con un filo d’olio, toglieteli e teneteli da parte. Procedete con la preparazione della melassa di melagrana, sgranando e spremendo il frutto (con uno schiacciapatate, vi agevolerete non poco). Mettete il succo in un pentolino con un paio di cucchiai di zucchero e lasciate ridurre a fuoco vivace sino a quando non si sarà addensato come uno sciroppo. Affettate la cipolla a lamelle sottili con una mandolina e mettetele a soffriggere nel tegame con un filo d’olio; aggiungete un cucchiaino di zucchero e lasciate caramellare. Riportate il pollo nel tegame, rimestate e coprite col brodo caldo a filo. Aggiungete le spezie, salate e pepate. Lasciate amalgamare e aggiungete noci e melassa. Portare a cottura, lasciando cuocere circa una mezz’oretta. Nel frattempo, preparate il riso pilaf: per 50 gr di riso basmati a testa, calcolate 100ml di acqua; sciogliere il burro in una pentola che vada anche in forno. Sciacquate molto bene il riso e tostatelo col burro in pentola. Coprite con l’acqua bollente e salata, chiudete bene con un coperchio, e passare in forno caldo a 180° per circa 18 min. Impiattate lo stufato, accompagnandolo con il riso pilaf e completando con qualche gheriglio di noce e chicco di melagrana.

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Artusi – La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene

Pag 386: la serva ci portava questo pesce in tavola con un contorno di cipolle bianche tagliate in due, arrostite in gratella ed anch’esse condite con olio, sale, pepe e succo di melagrana.

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Merluzzo con salsa alla melagrana

INGREDIENTI

Merluzzo 300 g Maggiorana 3 rametti Olio extravergine d’oliva q.b. PER LA SALSA Fecola di patate 25 g Acqua 230 g Melagrana 350 g

Per realizzare il merluzzo con salsa alla melograna iniziate incidendo con un coltellino la buccia della melagrana per segnare gli spicchi e aprire più facilmente il frutto; quindi sgranate la melagrana e raccogliete i chicchi in una ciotola. Occupatevi del pesce: foderate una teglia con la carta da forno, condite con un filo d’olio di oliva e adagiate sopra i pezzi di merluzzo, salate, pepate e aromatizzate con le erbe aromatiche previste dalla ricetta: il rosmarino, il timo e la salvia. Cuocete il merluzzo in forno statico preriscaldato a 220° per 30 minuti. Mentre i filetti cuociono, occupatevi della salsa: versate in un pentolino i chicchi di melagrana (tenetene alcuni da parte freschi per la decorazione finale).Aggiungete 200 g di acqua, presi dalla dose totale e cuocete per circa 10 minuti a fuoco medio. Intanto in una ciotolina stemperate la fecola di patate nei restanti 30 g di acqua fredda in modo da scioglierla senza formare grumi. Aggiungete la fecola disciolta nell’acqua nel pentolino con i chicchi di melagrana, mescolate e cuocete ancora per 2 minuti. Spegnete il fuoco e trasferite il composto nel bicchiere del mixer, frullate fino ad ottenere una salsa lisciaFiltrate la salsa ottenuta attraverso un colino, per trattenere la parte più dura dei chicchi. Salate e pepate la salsa alla melagrana e aromatizzatela con foglioline di maggiorana. Nel frattempo il merluzzo avrà raggiunto la cottura, sfornatelo e preparate il piatto di portata: versate sul fondo la salsa di melagrana, adagiate sopra i filetti di merluzzo, guarnite con i chicchi di melagrana tenuti da parte e servite subito il vostro merluzzo con salsa alla melagrana.

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Dott. Emanuele Rondina – Biologo Nutrizionista

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